A
cosa serve.
Il
PVC è una delle materie plastiche più diffuse e utilizzate al mondo
in migliaia di applicazioni, dall’edilizia all’imballaggio
alimentare e farmaceutico, dai presidi medico-chirurgici ai materiali
per la protezione civile, dalla cartotecnica, alla moda e al design.
In questa pagina vi elenco i principali settori applicativi del PVC
(valore
medio 2003-2011 in Italia –
*Articoli
medicali, usi tecnici, altri (valigeria/pelletteria, lastre espanse,
nastri trasportatori, PVC i fogli e Rotoli per la comunicazione).
Il
futuro del PVC.
Proprio le capacità di innovazione tecnico-prestazionale che di
sostenibilità delle produzioni e dei prodotti, fanno del PVC un
materiale sempre nuovo e sempre più aderente ai tempi e alle
necessità del momento della Società e del Mondo.
E’
importante sottolineare infatti il contributo che la filiera del PVC
sta dando:
- all’ottenimento di prodotti ad elevata prestazione ma a costi accessibili a tutti anche in momenti di crisi economica come quello che si sta vivendo,
- alla riduzione delle emissioni di gas serra,
- all’utilizzo di sostanze sempre più compatibili con l’ambiente e la salute, in alcuni casi anche in anticipo rispetto a quanto è e verrà richiesto dal Regolamento REACH, una volta completamente attuato,
- al Made in Italy,
- all’economia nazionale con le sue oltre 1200 aziende di produzione e trasformazione (a cui devono essere aggiunti gli assemblatori ed i distributori).
IMPORTANZA
SOCIO ECONOMICA DELLA FILIERA DEL PVC IN ITALIA
Proprio
a conferma di quanto in premessa, voglio dare un quadro
dell’importanza socio-economica dell’intera filiera del PVC
nazionale, dalla produzione della resina alla produzione di compound,
dall’industria delle macchine di trasformazione alla trasformazione
vera e propria, ricordando il contributo che il PVC dà e potrà
ancor più dare alla crescita del Made in Italy.
Qualche
numero sul settore. L’aggiornamento
di una precedente indagine del 2002-2003 promosso nel 2010 dal PVC
Forum Italia, sulla filiera produttiva del PVC in Italia ha
confermato il peso e l’importanza della filiera sull’intero
sistema industriale nazionale:
- oltre 1.000 il numero di aziende coinvolte nella filiera di produzione/trasformazione. A queste devono aggiungersi le migliaia di piccole aziende che utilizzano i manufatti in PVC, tra cui per esempio gli installatori/assemblatori di profili.
- ca 45.500 gli addetti direttamente coinvolti nel sistema produttivo (ca 22.500) o nell’indotto e nei settori a valle (altri 23.000 ca)
- oltre 8.000 ml € il fatturato annuo
- circa 800.000 tonnellate di PVC trasformato (un volume secondo solo alla Germania).
Ad
integrazione di questi dati, in collaborazione con Plastic Consult, è
stato effettuato un’analisi delle previsioni del mercato della
trasformazione del PVC in Italia nel periodo 2011-2016, dove sono
state anche analizzate i punti di forza e di debolezza e le azioni
che dovrebbero essere messe in atto da tutti i soggetti coinvolti
(privati ed Istituzioni) per dare un corretto supporto alla filiera e
renderla maggiormente competitiva rispetto alla concorrenza
internazionale.
Così
in Europa.
Dalla mappatura delle capacità produttive nell'Europa a 27 riportata
da un documento ufficiale dell'UE (documento BREF sulla definizione
delle migliori tecnologie di produzione dei polimeri nella parte
relativa al PVC) si evidenzia una capacità massima di produzione di
PVC resina di ca 7,2 milioni di tonnellate.
Nel
2006, il mercato europeo del PVC (comprese Est Europa e Turchia) è
risultato essere di ca 8.100.000 tonnellate e, senza la crisi si
poteva prevedere un fabbisogno di oltre 9.000.000 di tonnellate nel
2011-2013.
Purtroppo
la crisi economica del 2008-2010 ha modificato gli scenari
previsionali.
LE
MATERIE PRIME ED IL PROCESSO DI PRODUZIONE DEL PVC POLIMERO
Il
PVC deriva da 2 risorse naturali: sale (57%) e petrolio (43%).
L’elettrolisi del cloruro di sodio (sostanzialmente il sale da
cucina) produce cloro e soda caustica (NaOH). Il cloro, che è il
composto alogeno più abbondante in natura, è essenziale per tutta
l’industria chimica come il sale lo è per la vita. Infatti oltre
l’85% dei prodotti farmaceutici e oltre la metà dei prodotti
chimici dipendono dalla chimica del cloro.
Poiché
oltre 1/3 del cloro
prodotto
viene utilizzato nel PVC, qualora in Europa il PVC fosse messo in
difficoltà, non solo si avrebbe un forte negativo impatto sulla
produzione di cloro, ma anche sull’industria chimica in generale
con il rischio di delocalizzazione verso paesi extra europei.
Come
prima detto, la produzione di cloro comporta inevitabilmente la
produzione di soda NaOH che è una importante materia prima per molti
settori industriali e merceologici e viene utilizzata per la
neutralizzazione di sostanze acide, nell’industria della
detergenza, nella produzione dei saponi, nel trattamento acque e
nell’industria della carta.
Per
poter produrre PVC il cloro viene fatto reagire con l’etilene
proveniente
da impianti cracking del petrolio per formare prima il dicloroetano
(EDC)
che poi viene trasformato in cloruro di vinile monomero (CVM).
Le molecole del CVM vengono unite in un processo chiamato
polimerizzazione per formare la resina: una polvere bianca e fine
che, una volta mescolata agli additivi, conferisce al PVC le sue
qualità speciali.
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