martedì 16 dicembre 2014

Tutto (o quasi) sul PVC. - 2^ parte -

A cosa serve.
Il PVC è una delle materie plastiche più diffuse e utilizzate al mondo in migliaia di applicazioni, dall’edilizia all’imballaggio alimentare e farmaceutico, dai presidi medico-chirurgici ai materiali per la protezione civile, dalla cartotecnica, alla moda e al design. In questa pagina vi elenco i principali settori applicativi del PVC (valore medio 2003-2011 in Italia –
*Articoli medicali, usi tecnici, altri (valigeria/pelletteria, lastre espanse, nastri trasportatori, PVC i fogli e Rotoli per la comunicazione).
Il futuro del PVC. Proprio le capacità di innovazione tecnico-prestazionale che di sostenibilità delle produzioni e dei prodotti, fanno del PVC un materiale sempre nuovo e sempre più aderente ai tempi e alle necessità del momento della Società e del Mondo.
E’ importante sottolineare infatti il contributo che la filiera del PVC sta dando:
  • all’ottenimento di prodotti ad elevata prestazione ma a costi accessibili a tutti anche in momenti di crisi economica come quello che si sta vivendo,
  • alla riduzione delle emissioni di gas serra,
  • all’utilizzo di sostanze sempre più compatibili con l’ambiente e la salute, in alcuni casi anche in anticipo rispetto a quanto è e verrà richiesto dal Regolamento REACH, una volta completamente attuato,
  • al Made in Italy,
  • all’economia nazionale con le sue oltre 1200 aziende di produzione e trasformazione (a cui devono essere aggiunti gli assemblatori ed i distributori).



IMPORTANZA SOCIO ECONOMICA DELLA FILIERA DEL PVC IN ITALIA
Proprio a conferma di quanto in premessa, voglio dare un quadro dell’importanza socio-economica dell’intera filiera del PVC nazionale, dalla produzione della resina alla produzione di compound, dall’industria delle macchine di trasformazione alla trasformazione vera e propria, ricordando il contributo che il PVC dà e potrà ancor più dare alla crescita del Made in Italy.
Qualche numero sul settore. L’aggiornamento di una precedente indagine del 2002-2003 promosso nel 2010 dal PVC Forum Italia, sulla filiera produttiva del PVC in Italia ha confermato il peso e l’importanza della filiera sull’intero sistema industriale nazionale:
  • oltre 1.000 il numero di aziende coinvolte nella filiera di produzione/trasformazione. A queste devono aggiungersi le migliaia di piccole aziende che utilizzano i manufatti in PVC, tra cui per esempio gli installatori/assemblatori di profili.
  • ca 45.500 gli addetti direttamente coinvolti nel sistema produttivo (ca 22.500) o nell’indotto e nei settori a valle (altri 23.000 ca)
  • oltre 8.000 ml € il fatturato annuo
  • circa 800.000 tonnellate di PVC trasformato (un volume secondo solo alla Germania).
Ad integrazione di questi dati, in collaborazione con Plastic Consult, è stato effettuato un’analisi delle previsioni del mercato della trasformazione del PVC in Italia nel periodo 2011-2016, dove sono state anche analizzate i punti di forza e di debolezza e le azioni che dovrebbero essere messe in atto da tutti i soggetti coinvolti (privati ed Istituzioni) per dare un corretto supporto alla filiera e renderla maggiormente competitiva rispetto alla concorrenza internazionale.

Così in Europa. Dalla mappatura delle capacità produttive nell'Europa a 27 riportata da un documento ufficiale dell'UE (documento BREF sulla definizione delle migliori tecnologie di produzione dei polimeri nella parte relativa al PVC) si evidenzia una capacità massima di produzione di PVC resina di ca 7,2 milioni di tonnellate.
Nel 2006, il mercato europeo del PVC (comprese Est Europa e Turchia) è risultato essere di ca 8.100.000 tonnellate e, senza la crisi si poteva prevedere un fabbisogno di oltre 9.000.000 di tonnellate nel 2011-2013.
Purtroppo la crisi economica del 2008-2010 ha modificato gli scenari previsionali.

LE MATERIE PRIME ED IL PROCESSO DI PRODUZIONE DEL PVC POLIMERO
Il PVC deriva da 2 risorse naturali: sale (57%) e petrolio (43%). L’elettrolisi del cloruro di sodio (sostanzialmente il sale da cucina) produce cloro e soda caustica (NaOH). Il cloro, che è il composto alogeno più abbondante in natura, è essenziale per tutta l’industria chimica come il sale lo è per la vita. Infatti oltre l’85% dei prodotti farmaceutici e oltre la metà dei prodotti chimici dipendono dalla chimica del cloro.
Poiché oltre 1/3 del cloro prodotto viene utilizzato nel PVC, qualora in Europa il PVC fosse messo in difficoltà, non solo si avrebbe un forte negativo impatto sulla produzione di cloro, ma anche sull’industria chimica in generale con il rischio di delocalizzazione verso paesi extra europei.
Come prima detto, la produzione di cloro comporta inevitabilmente la produzione di soda NaOH che è una importante materia prima per molti settori industriali e merceologici e viene utilizzata per la neutralizzazione di sostanze acide, nell’industria della detergenza, nella produzione dei saponi, nel trattamento acque e nell’industria della carta.
Per poter produrre PVC il cloro viene fatto reagire con l’etilene proveniente da impianti cracking del petrolio per formare prima il dicloroetano (EDC) che poi viene trasformato in cloruro di vinile monomero (CVM). Le molecole del CVM vengono unite in un processo chiamato polimerizzazione per formare la resina: una polvere bianca e fine che, una volta mescolata agli additivi, conferisce al PVC le sue qualità speciali.








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